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giovedì 27 aprile 2017

Conosci Te Stesso - γνῶθι σαυτόν


γνῶθι σαυτόν



Questa era l'iscrizione nel tempio di Apollo a Delfi.
Chi ne sia stato l'autore è materia controversa:
  •  Uno dei Sette Saggi;
  • La sacerdotessa (Pizia) Femonoe;
  • Scolpita da anonimo durante la ricostruzione del tempio di Delfi;
  • Il Dio Apollo in persona attraverso l'Oracolo;
  • Altre fonti.
Resta il fatto che γνῶθι σαυτόν è il monito che Apollo rivolge agli uomini per rammentare i loro limiti e la loro universale ignoranza.
La via maestra per addivenire alla conoscenza (parziale) di sé  consisteva nel varcare la soglia del tempio per interrogare l'Oracolo.
Ma l'Oracolo non è una figura concreta: è semplicemente un messaggio che il dio Apollo, dietro congruo compenso, inviava al richiedente tramite la vergine sacerdotessa Pizia, la quale, seduta su un tripode collocato sopra una spaccatura vulcanica, aspirava i gas che da essa fuoriuscivano per cadere in uno stato di trance vaticinatorio.
Un modo sorpassato di farsi le canne.

Questo all'inizio. Poi accadde che per un malaugurato incidente una delle Pizie fu violentata da un certo Echecrate ragion per cui alle vergini fu interdetto di vaticinare.
Il tripode a gas fu assegnato a mature signore, fumate anch'esse, che di vergine non avevano nulla se non le candide vesti ereditate dalle giovani fanciulle, licenziate dopo il fattaccio.

Fatto sta che il messaggio oracolare il più delle volte risultava tanto più ambiguo ed incomprensibile quanto più la Pizia si era gassificata.

Priestess of Delphi (1891) di John Collier

Accanto alla Pizia c'erano sempre un paio di sacerdoti sobri che si davano da fare per tradurre al supplice il messaggio apollineo.
Pizia significa "Pitonessa" (il link a una dei giorni nostri), poi ce ne sono state altre, non fumate, come Endor quella che il re Saul consultò come indovina prima della battaglia contro i Filistei.
Endor, invocando lo spirito di Samuele, predisse la sconfitta di Saul che, invece di rinunciare, non ne tenne conto e fu ucciso (***nota1).
Pitonessa docet.

La cosa funzionava tanto bene che per diversi secoli la gente faceva la fila per farsi vaticinare dalla Pizia.
Poi Teodosio nel 394 d.c. mise i sigilli al tempio e il business finì.
Era da quasi quattrocento anni che un altro culto, sin dalla sua nascita, si era dato un sacco da fare per eliminare la concorrenza.
Aveva iniziato con l'amore e il martirio ed aveva proseguito poi con le crociate e le conversioni a fil di spada di Carlo Magno, per poi evolversi nelle grigliate di piazza organizzate dalla Santa Inquisizione dove compiacenti streghe, apostati ed eretici, si prestavano volentieri ad essere arrostiti per trasformarsi in umana carbonella.
Questa attitudine camaleontica a cambiare atteggiamento è la caratteristica di questo culto che adesso favorisce ed esalta il business dell'immigrazione gestita da clan destinati a rastrellare clan-destini, tutto a spese dello Stato.


γνῶθι σαυτόν? 

Durante questi quattromila anni è rimasto l'interrogativo che attende ancora una risposta risolutiva.
Fino ad oggi, nelle FAQ sul dibattuto tema, leggiamo:

NON abbiamo risposta!

Se queste due parole greche sottintendono la finitezza umana e la sua ignoranza, a che pro darsi da fare per sapere di non sapere, come disse Socrate, prima di morire, dopo aver bevuto il fatale infuso di erbe salutari.

Socrate, lui che aveva tutte le ragioni di andarsene da questo mondo per espiare con la morte l'errore di avere preso per moglie la leggiadra ed umile Santippe.

Santippe rovescia il pitale su Socrate

Ma lasciamo Socrate al suo destino e riprendiamo con un concetto assolutamente nuovo:

γνῶθι σαυτόν?

"Mica tanto", qualcuno potrebbe rispondere.

L'Oracolo di Apollo è stato soppresso e quelli che adesso si fanno di gas e altra robaccia non penso siano tanto affidabili quanto poteva essere, a suo tempo, la sniffante Pizia, guardata a vista dai suoi assistenti sacerdoti.
Però potremmo cambiare di un'inezia e scrivere:

γνῶθι σαυτόν!!!
e datti da fare!

Ma da chi vado? Come posso fare per ottemperare a questo "conosci te stesso!!!" che è diventato un imperativo categorico?
Come posso fare se sono solo un umile peccatore con le mie inconfessabili colpe?
Come posso io, inutile nullità annullata, pretendere di sapere ciò che non so di sapere, non sapendo di sapere ciò che  di sapere non so.

M'incarto su me stesso come un etto di prosciutto sotto vuoto.

Fai un atto di fede ed immergiti nel suo mistero... Va bene ma San Tommaso nella sua Summa Teologica (Q.4, A.8) ci dice che questa via è "minus quam perfecta":
Et Augustinus dicit etiam de scientia, quod per scientia roboratur fides (14 De Trinitate). Ergo videtur quod certior sit scientia vel intellecus quam fides.
(E a proposito della scienza Agostino insegna che "la fede viene rafforzata dalla scienza". Quindi sembra che la scienza e l'intelletto siano più certi della fede.)

Tocca trovare qualcosa di alternativo che sia migliore pure di quello che si faceva a Delfi quando il gasogeno Apollo accadeva come transustanziazione nelle parole della allucinata Pizia.

Possibile che nell'antichità non ci sia stato un qualcuno che senza nemmeno conoscere γνῶθι σαυτόν sia riuscito a rispondere a questo incolpante monito?

Siamo esseri imperfetti: nasciamo col peccato originale e non è certo una sciacquatina alla testa (il battesimo) che ce lo può togliere.
Nasciamo con questo peccato che ci ha defenestrato dal giardino dove nasce L'Albero della Scienza del Bene e del Male. 
Guai a colui che ne mangerà i frutti: perderà per sempre l'età dell'innocenza.

Innocente: colui che non nuoce, colui che non conosce il male.

Male, malattia.
Malattia: me alium titemi (τίθημι): io mi pongo altro da me.
Dentro di me c'è qualcosa (o qualcuno) che non sono io:
il sintomo (συντιθεμι: mettere insieme, stare insieme).

I medici cercano il qualcosa;
i sacerdoti e gli psicologi cercano il qualcuno.
I medici ci dicono che ci sono i virus, i batteri, i funghi e le cellule impazzite!!!???
I sacerdoti ci dicono che c'è Satana, e gli psicologi ci dicono che ci sono i complessi (quelli autonomi).
Lascio perdere gli psichiatri, che non sono né medici né psicologi.
Idem per i counselors che si stanno dando tanto da fare, come i maghi, i veggenti e i cartomanti.

Fatto sta che dentro di noi c'è qualcosa di estraneo che ci fa stare male.

Abbiamo perso la nostra personale innocenza.

Questa è la colpa originaria: la capacità di farci del male da soli... E poi proiettare questo dolore fuori (il sintomo) cercando le cosiddette cause esterne che non si trovano quasi mai. 
Cause esterne che non sono altro che banali fenomenologie la cui eziologia permane ignota alla ricerca allopatica ed omeopatica.

Solo cure sintomatiche e palliative con possibili effetti indesiderati, talvolta letali...

Siamo esseri imperfetti e come tali dobbiamo soffrire con dolore questa imperfezione, questa colpa, che è lo stendardo del culto di cui parlavo dianzi.

Cliniche per il corpo e cliniche per l'anima:
camici bianchi e camici neri.
La cura in bianco per il corpo, e la cura in nero per l'anima.
Religioni di stato.

Ma possibile che non ci sia stato un momento della nostra storia dove c'è stata la convergenza univoca delle discipline che frammentano la scienza della salute?

 γνῶθι σαυτόν

E se invece che a Delfi lo  cercassimo da qualche altra parte, magari all'ingresso di qualche altro tempio (senza gas) di un dio diverso?

Conoscere sé stesso implica un approccio cognitivo multiplo:
  • conosci te stesso per come adesso sei;
  • conosci te stesso per come adesso dovresti essere;
  • conosci te stesso per sapere cosa devi fare al fine di colmare il divario che ti ostacola dal ritornare innocente.
Facile a dirsi.
Ma come dice il ben noto proverbio:
tra il dire e il fare c'è di mezzo l'ignorare (ovvero: non conosco me stesso).
Non so cosa fare, come, quando, dove e con chi fare.

Un bel busillis.

Come ho detto e ripetuto in questo blog (e lo ripeto adesso) un problema si risolve quando si trova l'azione giusta da fare.

Non è sufficiente capire, bisogna comunque fare.

Quindi ben venga la speculazione razionale, il ragionamento induttivo e deduttivo, il procedere sillogistico, il ricorso alle analogie, la teoria dei giochi, il decision making... L'ausilio di tutte le forme che l'intelletto può utilizzare, insomma.
Alla fine bisogna sempre verificare con l'azione esposta, altrimenti si rimane nel mondo delle congetture e delle ipotesi.

Proviamo ad andare a ritroso nel tempo e cerchiamo un periodo dove psiche e corpo erano considerati un'unica unità di azione. Dove, per capire le affezioni del corpo, si indagava prima nelle affezioni dell'anima.
Le affezioni del corpo si manifestano attraverso i sintomi, le affezioni dell'anima si manifestano, con molto anticipo rispetto ai sintomi, attraverso le immagini.

Prima di qualsiasi sintomo corporeo c'è sempre un'immagine che ne specifica l'origine e il decorso.
Questa immagine è la specularità organismica del sintomo.
L'organo, dopo un certo periodo di tempo, riflette nel sintomo la causalità insita nell'immagine.

Quello che scrivo non è facile da capire pur essendo semplice ed unitario.

Ciò che ostacola la comprensione è la frammentazione della scienza in innumerevoli specializzazioni d'organo che impediscono la visione globale dell'individuo in quanto entità vivente indivisibile.

La parcellizzazione specialistica si rinchiude in ristrettissimi ambiti personalizzati che molto spesso entrano in conflitto tra di loro, nella pretesa di custodire e curare la singola parte, compromettendo l'equilibrio di altre parti, e conseguentemente di tutto l'organismo.
I cosiddetti effetti collaterali delle cure biochimiche.

Per la cura di sé tocca conoscersi per intero, altrimenti il sintomo, dopo un po' di tempo, si riaffaccia e si ripropone con rinnovata virulenza.

γνῶθι σαυτόν!!!


Come dicevo proviamo a gettare un occhio nella storia passata e vediamo se c'è stato qualcuno che ha unificato la cura del corpo e della mente e, se è successo, cosa ha fatto e come l'ha fatto.

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Prima di proseguire vi invito a leggere bene quello che sta scritto a questo link su Asclepio perché proprio da qui prosegue il discorso.

Avete letto?
Sì? Andate avanti

NO? Asclepio.

Sembrerebbe che prima di Lazzaro qualcuno sia riuscito a resuscitare i morti. Non solo, Asclepio è stato pure il primo a fare le trasfusioni di sangue.

A Zeus, che era l'amministratore delegato di un pool di lobbies farmaceutiche, questo Asclepio non andava assolutamente bene, e fece di tutto per toglierlo di mezzo.
Ma Apollo, che di Asclepio era il padre, ben sapendo che avrebbero chiuso il suo tempio a Delfi (si era fatto da solo un oracolo, senza la Pizia) fece in modo di salvare suo figlio per creare una Nuova Medicina Olimpica che sarebbe poi diventata, nei secoli a venire, quella universalmente più accreditata.

Ai tempi dei greci Apollo era un dio immortale, alla pari di Zeus, Giunone, Marte, Mercurio & C.


Adesso, nel 2017 D.C., non so se in qualche remota landa sopravvive il culto degli dei dell'Olimpo.

Probabilmente, essendo tali dei immortali, almeno così sembra, saranno ospiti di qualche lussuosa casa di riposo godendo di una grassa pensione pagata non si sa da chi, in attesa di una loro, poco probabile, restaurazione.
Nei sogni del XXI secolo gli dei dell'Olimpo non compaiono più  tranne che, forse, a qualche studioso di storia o a qualche filosofo.

Tutti in pensione tranne Asclepio, che adesso è diventato l'Amministratore Unico della lobbie incontrastata e globale della Medicina Olimpica, la quale è di fatto la religione biochimica unificata di tutti gli Stati del nostro pianeta.
Un bel business, il malato.

Ma vediamo un po' come si è evoluta (o involuta?) questa Medicina Olimpica.


Tutto Comincia dai Sogni

Asclepio all'inizio tenta di ripercorrere le orme del padre Apollo affidandosi, anche lui, alle Pitonesse che custodivano i serpenti sacri ed emettevano oracoli dal tripode.
Ma, come ben insegna la storia, non tutti coloro che seguono il maestro ne diventano gli epigoni, dopo la sua morte.
Asclepio fu uno di queste eccezioni.
Esculapio per i latini.

A dire il vero questo Asclepio, in quanto dio, non l'ha mai incontrato nessuno di persona, proprio come le apparizioni della madonna a Medjugorje.
Omero ci dice invece che Asclepio era un principe della Tessaglia, padre di due medici in carne ed ossa: Macaone e Podalirio di cui leggiamo appresso.

Resta comunque un gran bel personaggio e lo spin doctor di allora che lo ha ideato è stato bravo nel creare l'immagine religiosa e commerciale di Asclepio, condita dall'User Manual: il Culto di Asclepio medesimo.

Il dio che aveva per backup la figlia Panacea, capace di guarire tutte le malattie e, come Ministra della Salute, l'altra figlia Igea.
Egle, Macaone, Podalirio e Iaso (la personificazione della guarigione, ossia la Iatria) erano gli altri quattro figli.
Un bel pool di esperti, questi fondatori della Nuova Medicina Olimpica, la cui attuale succursale di Roma è l'ospedale Fatebenefratelli sull'Isola Tiberina il quale, sorto sulle vestigia dell'antico tempio di Asclepio (fondato nel 293 a.c.), a quanto si tramanda, fu distrutto nel 303 d.c. da un terremoto provocato dal protovescovo Emidio, proprio per eliminare la concorrenza.
Costui, come premio, poi fu fatto santo.

Anche l'Ospedale Israelitico ha qui una sua insulare sede, nei pressi del Ghetto Ebreo.

Ma prima di arrivare ai sogni  leggiamo qualcosa sulla vita di Asclepio, che è pure il patrono degli erboristi prima di san Ponzio.
Si narra che Asclepio, passeggiava rimuginando su come avrebbe potuto resuscitare Glauco (figlio di Minosse) che era annegato in una botte di miele, il golosone!

Pensa che ti ripensa, Asclepio ad un tratto vede un serpente che cerca di salire sul bastone a cui era appoggiato.
Lo scaccia e poi lo uccide a bastonate.
(Questo bastone, col serpente arrotolato, è diventato il simbolo della professione medica).

Ecco che arriva un altro serpente che poggia sul capo di quello morto un ciuffo d'erba, e lo fa resuscitare.

Asclepio prende quell'erba e va da Glauco; la pone sul suo capo e lui riprende vita (Altri dicono che fu Polido a resuscitare Glauco, ma la storia è la stessa).

Coi soldi della parcella, pagata da Minosse, Asclepio può finalmente costruire il suo primo tempio di cui si è perduto il nome originario: alcuni sostengono che si chiamasse "Casa di Cura Molto Costosa" (πολύ ακριβά Κλινική), ma sicuramente si tratta di una leggenda. 
Non sono mai esistite strutture sanitarie di questo tipo.

Comunque a Roma c'è ancora un Tempietto di Esculapio, costruito da Antonio Asprucci alla fine del '700: 
si trova nel Giardino del Lago di Villa Borghese a Roma.



ΑΣΚΛΗΠΙΩΙ ΣΩΤΗΡΙ (Esculapio Salvatore)




Il Laghetto a Villa Borghese
Un bel posticino dove da bambino andavo a collaudare le mie barchette e dove ci sono delle carpe enormi che superano i 30 kg.

E proseguiamo con il culto di Asclepio: potete leggere di cosa si tratta a questo link di Counseling Italia (che cerca, da tempo, di appropriarsi, indebitamente di attività proprie dello psicoterapeuta professionista, senza averne titolo)  dove si parla tra l'altro di psicologia Junghiana,  e in quest'altro link sul sogno, (dove praticamente non viene detto nulla ;-).

Qualcuno potrebbe mettere in giro che io non considero molto i counselors.
Lo faccia pure, glene sarò eternamente grato (vedi ***Nota 2).


E ritorniamo ad Asclepio.

Di templi Asclepio ne aveva parecchi.
Uno stava ad Epidauro ed un altro a Pergamo dove era nato Galeno, il medico degli imperatori.

A Cos c'era pure la scuola di Ippocrate; in questo link si parla pure di epilessia (il cosiddetto male sacro) che, per come io leggo i sogni, è un semplicissimo cortocircuito cerebrale causato dalla repressione consapevole (e inconsapevole) dell'istinto dell'aggressività.

A Roma si direbbe: "Se ti trattieni l'incazzatura ti scoppia nel cervello". Oppure ti può venire l'Herpes Zoster.

Un'altra fenomenologia è il linfoma di Hodgkin (che ho trattato nei miei 4 post, vedi ***Nota 3), che i sogni rilevano, con anticipo di anni, sin da quando ci sono i prodromi silenti (non visibili) della mononucleosi...

Basta un sogno per rilevare la causa.

Con l'elettroencefalogramma non vedi un accidente di niente.

Nel sogno si intercetta l'incubazione semantica dell'epilessia (e di molte altre malattie), prima che questa si manifesti.
Cosette banali e di facile diagnosi come scrivo nell'altro mio post Incidentinum Avionicum

Incubazione onirica: la tecnica che i sacerdoti di Asclepio utilizzavano per far sognare i clienti.
Simile alla tecnica che uso io per provocare i sogni in stato di veglia dove, in luogo dell'incubazione, uso l'induzione semantica guidata di gruppo, diversa e personalizzata in funzione della problematica di ciascun partecipante.
Un piccolo passo avanti, raggiunto però sempre grazie ad Asclepio.
Ad Epidauro: l'Emporio Armani dei Sogni; in questo blog: la sartoria dove l'utente può cucirsi da solo sogni da sveglio personalizzati. 

Dream's Selfie.

Come si fa?
Forma un gruppo e te lo faccio vedere.
Anche su Skype.
Non serve nient'altro.

Ma nei templi cosa accadeva?
Beh! A dire il vero se prendiamo uno dei suoi più facoltosi clienti possiamo dire che la malattia cronica rende parecchio, specie se il malato è ipocondriaco come lo fu, a suo tempo, il retore Elio Aristide, che frequentò per anni  l'Asclepieo di Pergamo, senza mai venire a capo del suo male.

Durante questi lunghi e costosi soggiorni Aristide ebbe modo di scrivere uno sgangherato libro (i "Discorsi Sacri") dove, come in una pattumiera, scarica tutta la sua nevrosi, tanto da far dire al buon Giacomo Leopardi (lui di greco ne masticava parecchio) che "e' impossibile sottrarsi ad una sensazione di nausea a chiunque si sia accinto alla lettura di siffatto libro".


Dovete sapere che in questi templi non si sognava solamente.
Anzi i sogni erano considerati come una sorta di risonanza psichica alla stregua di quella  che oggi è la risonanza magnetica o la TAC.
In base ai sogni poi i sacerdoti medici propinavano, a caro prezzo, le cure che consistevano, a seconda dei malanni, in bagni caldi e freddi (nel fiume), salassi, purghe, impiastri, sudorazioni, vomiti provocati, clisteri... Come appunto nei sogni, di notte, Asclepio aveva prescritto.

Così ci dice Elio Aristide, nonostante i sogni fossero editi e distribuiti dalle Messaggerie Divine.


Solo Petronio diceva che, al contrario, uno i sogni se li fabbrica da solo.
Condivido, sostengo e ribadisco (vedi il mio post su Petronio).

Un grande esteta, Petronio, che preferì darsi la morte piuttosto che stare sotto l'imperatore Nerone (anche lui suicida, a soli 30 anni), antesignano di Kim Jong-Un che i nord-coreani considerano Dio.

Aggiungo, come detto prima, che è possibile farseli da soli anche quando siamo svegli.

Seguitiamo  con un sogno del succitato Aristide che alternava indigestioni, depressione e megalomania.
Un perfetto ciclotimico, insomma.
Una volta, mentre si trovava in "crazy mode", col cervello survoltato come una game-CPU con la ventola bloccata, sognò che il dio Apollo gli diceva "Tu sei il migliore oratore del mondo".
L'indomani, finito lo sballo, cominciò subito a scrivere discorsi in onore di Asclepio.
Ottima pubblicità a costo zero.

Dovete sapere che, quando vai fuori giri e il pistone ti batte in testa, mr. Morfeo nei sogni spesso ti dice il contrario di quello che sei, esattamente come fa lo specchio.
Quindi il sogno diceva: "Caro Aristide sei una vera schiappa quando ti atteggi a retore: piantala!".

Un'altra volta Apollo gli annunciò che sarebbe morto entro tre giorni. Il Fato aveva così decretato. Così disse quel furbacchione di Apollo che non voleva inimicarsi nessuno.

Ma la notte seguente ecco che compare Asclepio che gli mostra come evitare la ineluttabile sorte!
Come dico sempre: i sogni ti indicano quello che devi fare, mica chiacchiere!

Dunque Asclepio comanda ad Aristide di fare un sacrificio a degli dei, come pare a lui: anche a dei anonimi.
Essenziale è attraversare il fiume per andare dall'altra parte a fare i sacrifici. Poi tornare indietro e gettare in apposite fosse una gran quantità di preziose monete, non curandosi né di dove cadessero né di coloro che le avrebbero potute raccogliere.
Proprio come aveva fatto Ulisse al limitare dell'Ade.
Non finisce qui.

Sempre nel sogno Asclepio gli dice di fare un altro sacrificio, immolando una pecora, e poi offrire ai sacerdoti un sontuoso banchetto.
Non finisce qui.

Asclepio gli comanda di tagliare una parte del suo corpo per salvarsi così dalla morte.
Ma ecco che arriva Apollo che lo conforta dicendogli che sarà sufficiente togliersi il prezioso anello, per ovviare l'amputazione, e regalarlo al fanciullo Telesforo che stava sempre lì incappucciato (poveraccio) a simboleggiare la guarigione che aveva l'attributo hidden tipico dei files di sistema di Windows e di Android.

Ma chi interpretava i sogni di Aristide, che di sogni non capiva nulla?

I sacerdoti. No !?


Ma come andò a finire con Aristide?

Dicono che lui, dopo aver dilapidato le sue ricchezze ed essersi ridotto sul lastrico in nome di Asclepio, mentre i sacerdoti seguitavano a gozzovigliare grazie ad altri ipocondriaci, spinto dalla fame e tormentato dalle angustie, come in un sogno vero, mise la testa a posto e fece una brillante carriera da retore.

Poteva sui templi di Asclepio essere scolpito

γνῶθι σαυτόν?


Mi sembra molto improbabile.

Un altro cliente di Asclepio fu Isillo che fu il testimonial poetico del culto di Asclepio così come oggi lo è Maurizio Crozza per la Lavazza. In questa clip di Youtube il nuovo modello della caffettiera si chiama Jolie... E a fare il caffè uno pensa che ci siano le Angioline. 
Ma solo il caffè però.
Il cappuccino non sembrerebbe possibile, dato che queste Angioline si sono preventivamente fatte asportare le mammelle a titolo preventivo per evitare possibili tumori al seno, e pure altri ammennicoli.
Niente latte.

Osservate la clip della Lavazza  come fosse  un sogno. Si legge all'inizio: "Conchiglie che fanno rumore di città"... "A quale scopo Architetto?" chiede San Pietro. 

"Beh per chi ha nostalgia della nevrosi. Lei si mette una conchiglia all'orecchio e sente... DUDUDUDIIII...RATA TA TA A-ho Il tramme!". Provate ad ascoltare il seguito che finisce con "Aaaaah...Viezza! (Vi è Lavazza!).
La lettera "V" ovvero l'angoletto socchiuso della felicità.

Nei sogni la conchiglia simboleggia la vagina incapace alla sua pienezza erotica. Una vagina calcificata.
La tazzina di caffè invece simboleggia l'oscuro notturno di una vagina calda, forte e nervosa che freme per essere zuccherata, mescolata e bevuta.

Il caffè Lavazza: l'Anticalcare vaginale. Lo sgorgante vulvare.

Ipnosi di massa pubico-follicolare.

Questo è uno dei tanti modi per far incubare i desideri e i bisogni nelle persone nevrotiche e frustrate sessualmente (miliardi!).

Le stesse cose succedevano ai tempi di Asclepio, quando i sacerdoti ti leggevano la tua clip onirica registrata sul tuo account di DreamTube.

Niente di nuovo sotto il sole.

Si! Ma trovatemi uno che abbia letto questa clip della Lavazza come ha fatto il sottoscritto.

LA SORPRESA

Da un po' di tempo ho cambiato lo stile dei miei post (mutate mutandis) perché mi piace giocare con le parole riformulando, in modo giocoso e irriverente, miti, leggende, storie presenti e passate, con l'intento di mettere in ridicolo le abitudini e le credenze che sono l'origine e la causa delle cazzate che facciamo e diciamo ogni giorno.

Adesso vi racconto una cosa molto seria riguardo ai sogni.
E poi ci salutiamo per il prossimo post, che avrà come titolo "La Danza delle Suore".

Dunque la sorpresa è proprio questa:
circa venti anni fa, o giù di lì, stavo facendo un corso di specializzazione full immersion in un paese posto a mezza collina nella provincia di Perugia.
Manco a farlo apposta, tra le tante cose che studiavamo, primaria era la lettura dei sogni.

La sera mentre stavamo a cena, al conduttore dello stage gli viene voglia di fare, l'indomani, un concertino di Sitar tanto per tirare su il morale: ci aveva bastonato ben bene leggendo i nostri sogni.
Ma lo strumento si trovava a Roma e bisognava fare 160 km per andare, e altrettanti per ritornare.
Erano quasi le 22,00 e di tempo ne era rimasto pochino.

Io non ho il vizio di bere troppo quando mangio, soprattutto la sera. Non mi astengo per essere virtuoso,ma perché sennò mi fa male l'appendice.

Gira che ti rigira uno sguardo eloquente si posa su di me, come dire: "Sei tu il prescelto!", ovvero sei tu il fattorino che va a prendere il Sitar.
Bella mossa prof.!


 Ravi Shankar - Maestro di Sitar


Ingollo subito due bei bicchieroni d'acqua per diluire quel poco alcol trangugiato, e mi accingo ad andare al mio alloggio per farmi tre orette di sonno, prima di partire per la Missione Sitar.

Sento una voce che mi chiama: "Non preoccuparti, dormi tranquillo che poi io ti vengo a chiamare in sogno quando è il momento di andare".

Esco, ma non vado a riposare, salgo in macchina e parto.

Vado, prendo lo strumento, faccio una piccola sosta a casa mia di Roma per riposarmi un po', poi ritorno.

Sono circa le 8,30 quando arrivo e incontro il conduttore che mi dice candido candido: "Daniele, ma ieri sera sono venuto da te ma non ti ho trovato. Sei partito subito vero?".

Chiedo se è venuto a bussare alla mia porta.
Mi sorride e poi mi dice: "Non era necessario. Come pensi che io controllo quello che accade durante i seminari che faccio, soprattutto la notte quando compaio nei sogni dei partecipanti? Cosa che tu hai verificato sempre da quando segui questi incontri."

Chiedo: "Ma allora è possibile entrare nei sogni di chicchessia? Anche per manipolarlo? O per indurre un cambiamento positivo?"

"Sì, ma solo se il soggetto si mette in fiducia verso di te, senza controllare cosa il sogno veramente dice, altrimenti è impossibile; tu hai voluto verificare e hai fatto bene. Questa è la via maestra per conoscere te stesso".

γνῶθι σαυτόν


Alla prossima quando...
Vi stupirete con
"La danza delle Suore"

Un saluto

Daniele Bernabei



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***Nota1
 Quando Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore tremò di paura. Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose né attraverso sogni, né mediante gli Urim, né per mezzo dei profeti. Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla» (Samuele 28:3-25).

***Nota2

***Nota3