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martedì 17 ottobre 2017

Terza Briciola - Come Usare le Immagini


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Tanti anni fa, 20 per la precisione, tenni 12 lezioni di psicologia che ritengo siano ancora attuali. Piccoli scampoli di vita condivisi con alcuni amici interessati al linguaggio dei sogni.

Ho ritrovato la trascrizione delle registrazioni curata dalla dottoressa Clara Calasso.

Vi ripropongo la TERZA, e se l’audience  mi darà conforto pubblicherò anche le altre NOVE.



Buona lettura.








DANIELE BERNABEI





CORSO di PSICOLOGIA

1997-98




(Trascrizione a cura di CLARA CALASSO)

  




INDICE


1° Lezione
Apertura corso(14 ott.'97)                                                                                                             2° Lezione
La rimozione (21 ott.)                                                                                                                   3° Lezione
Come usare le immagini (28 ott.)                                                                                                  4° Lezione
Il karma (25 nov.)                                                                                                                         5° Lezione
Il rimosso (2dic.)                                                                                                                           6° Lezione
La struttura della personalità: i complessi (9 dic.)                                                                        7° Lezione
Il Natale. Uccidere l’immagine (23 dic.)                                                                                      8° Lezione
Pragmatica esistenziale (7 genn. '98)                                                                                            9° Lezione
Il processo decisionale (13 genn.)                                                                                                 10° Lezione
La proporzione (20 genn.)                                                                                                             11° Lezione
Il linguaggio delle immagini (27 genn.)                                                                                        12° Lezione
Come si evita la Costellazione del Serpente. (17 lug.)          





28 ottobre 1997

3° Lezione

COME USARE LE IMMAGINI



Come in un sogno


Prima c’è la memoria che costruisce un’immagine, poi questa organizza nello spazio-tempo dell’esistenza l’azione cibernetica dell’uomo.

Dietro un televisore c’è lo schema dei suoi circuiti ma, per chi non conosce quell’alfabeto, sono tutte freccette, segni strani e incomprensibili. Dipende dall’ignoranza della persona.

Un architetto che vuole costruire un’autostrada, va in campagna, vede una valle, una montagna, un prato, delle case, e immagina qual è il percorso che potrebbe sviluppare la nuova autostrada, nel rispetto dell’ecologia dell’ambiente, dell’estetica del paesaggio, della funzionalità della comunicazione etc. Immagina. E nessuno può dirgli che non è vero che ha immaginato un’autostrada: non è pazzo. Il problema sarebbe se vedesse dei marziani che camminano sull’autostrada in bicicletta! Dopo aver immaginato l’autostrada, va a casa, la disegna, fa uno schizzo di come l’ha immaginata, poi passa allo studio di fattibilità, alla progettazione vera e propria delle varie fasi, al collaudo etc. fino al rilascio del manufatto dell’opera. Però all’inizio c’è un’intuizione, una visione, che dura un attimo. Prima c’è la visione, poi la lettura di questa visione, poi la creazione di uno stereotipo affinché la visione possa tradursi in azione.

In questo corso vorrei rivolgere tutta l’attenzione a come visualizzare, come leggere l’immagine, quindi a come formalizzare uno stereotipo, un programma, un modulo, una procedura, per dare un parametro all’azione in modo che sia vincente, in funzione dell’immagine. L’immagine non è né positiva né negativa, se non esclusivamente in relazione al soggetto che la percepisce.

Percepire significa ‘prendere per sé’(lat.: per se capit). Percezione quindi significa prendere una immagine per poi formalizzare una azione. Infatti non è possibile che una immagine non formalizzi una energia.
Se siete qui, è per imparare e non per fare cultura: imparare non un libro a memoria ma a fare le cose per come servono ad ognuno di noi.

 Poiché esiste una gerarchia dei valori, essa vale sia al proprio interno, quando si fanno le scelte, sia al di  fuori di noi per tutto quello che ci circonda.
 Perché accade la malattia?

Uno ha un obiettivo, che è quello di realizzare sé stesso, e pone dei valori nella propria esistenza: gli affari, l’amore, le vacanze, quella macchina, quel libro, il sesso, andare a cena... Si dà un valore a ognuna di queste realtà, le quali esistono continuamente, però noi attribuiamo loro una valenza che non corrisponde a quella che veramente è per noi. Il lavoro ha una certa valenza, ma solo nel senso di utilità e funzionalità.

Se però attribuiamo ad una relazione affettiva un valore superiore a quello che in realtà ci può dare, quando poi andiamo a fare i conti, questi non quadrano: nel momento in cui attiviamo quell’azione ci aspettiamo un interesse del 50%, quando invece andiamo a fare i conti veramente, vediamo che siamo in perdita del 20%, quindi c’è una differenza del 70%. Allora si entra in nevrosi. La nevrosi consiste essenzialmente nel non avere nella realtà un riscontro delle azioni che compiamo, secondo un’ipotesi di valore che noi attribuiamo a quell'azione ma che essa poi di fatto non ha.

Dobbiamo imparare esattamente come si fa per attribuire il vero valore alle cose che noi facciamo, pensiamo, immaginiamo. Il vero valore è quello che è riguardo all’intelligenza della cellula, del genoma cellulare, cioè del genio della nostra esistenza. Il progetto non è esoterico né tanto meno religioso, è essenzialmente biologico, cioè secondo la logica della vita.

Infatti nei sogni la cosa più importante è recuperare la lettura del messaggio biologico, al di là di qualunque altra interpretazione, perché i sogni, nella maggior parte dei casi (tranne i sogni meccanici), sono attinenti all’aspetto biologico della nostra esistenza.

Allora in che modo l’immagine che abbiamo attiva il biologico della nostra vita?

Siamo ancora nel ciclo biologico, è inutile andare nel ciclo psicologico della creatività quando ancora non siamo in grado di gestire in modo ordinato il biologico.

La creatività ha come sostrato il nostro corpo perché senza di esso non esistiamo. Non siamo puro spirito, noi siamo degli enti che hanno una certa configurazione della quale fa parte anche il corpo. Ne fa parte anche l’intelligenza, la mente, i sentimenti, le emozioni, ma senza questo corpo noi non esistiamo.

Quindi curare il corpo non significa curare tutto, ma il corpo dovrebbe essere  considerato sotto il profilo informatico,  come il cruscotto sintomatico della nostra esistenza. Come sta la nostra cellula così stiamo noi.
Allora di competenza medica è solo ed esclusivamente il corpo, tranne l’intelligenza, ma l’uomo non è né medico né psicologo, né manager né maestro, è semplicemente ‘uomo’. Quindi non è la professione che identifica la persona in un determinato luogo, ma è l’uomo che deve gestire la propria professione.

Faccio un esempio. Il generale è tale solo quando ha davanti i soldati e dà gli ordini, ma quando va al bagno deve tirarsi giù i pantaloni, non può mettersi sull’attenti oppure dare ordini al suo intestino, è impossibile e, se lo fa, se la fa addosso! Se va in bicicletta, deve togliersi la divisa, perché se no si sporca; se nuota deve indossare il costume; insomma non può essere generale ventiquattro ore su ventiquattro.

Quando si vende un libretto d’istruzioni, esso va insieme alla macchina: e la macchina è ciascuno di noi, perché ognuno fa il proprio viaggio.
 Infatti l’automobile nei sogni identifica la funzionalità dell’Io logico-storico, in quanto esso è meccanico e non metafisico. L’Io metafisico è un’altra cosa.
 L’Io è un insieme di funzioni che vengono attivate secondo la necessità, secondo una gerarchia di valori, ed esso è autonomo nel gestire queste funzionalità. Allora, secondo dove va la macchina, così è l’Io. Queste spiegazioni si possono dare a chi capisce, oppure a chi studia.

Vediamo come si studia.
‘Aggressività’. Ecco, ho detto questa parola e si è attivato il campo informatico (ex- psichico). Infatti sento che c’è un po’ di aggressività stasera.
L’aggressività è la benzina, l’energia che noi usiamo per difendere l’erotismo. Erotismo e aggressività costituiscono tutta la biologia di questo mondo.

Aggressività. (lat. ‘aggredior’) Andare ad accaparrare per metabolizzare e distruggere.(...) Darsi una spinta da un contesto ad un altro per soddisfare una necessità vitale.”
Darsi una spinta dal proprio luogo a quello della gazzella,  perché ho fame, aggredisco l’ambiente per mia necessità. In questo caso l’aggressività non è negativa, l’aggressione lo è.

“Applicazione di una forza su un contesto secondo un certo modo”
Significa che uno spende energia secondo la forma intenzionale del primo da cui esce l’investimento, cioè di colui che intenziona.
Il concetto è semplice ma di non facile comprensione.

Adesso provo a spiegare.
Molte persone (il 101%) quando fanno un’azione, sono pressoché convinte che essa nasca da una loro intenzionalità, perché l’Io ha un'intenzione: io voglio così perché sono tutto per me, sono sano, sono uno, quello che faccio è fatto bene, perché è così e l’ho deciso io.
Purtroppo non è così, questa intenzionalità in realtà viene mediata dall’Io ma non nasce dall’Io, può provenire da altre entità, da altri luoghi, da altre persone, da altre emittenze.
 Però nel momento in cui io mi muovo, aggredisco, (nel senso di fare, occupare l’ambiente), secondo quell’intenzionalità e non secondo la mia, agisco così convinto al 100% che faccio bene perché lo so, ma in realtà non è così. 
Ecco perché si parla di primo emittente, colui che intenziona (propaganda politica, fanatismo religioso, pubblicità, … ipnosi di massa. p.e.)

Quando si leggono le immagini, come abbiamo fatto l’altra volta, in esse si vede subito che tipo d’intenzionalità c’è, se è positiva o negativa, e da chi proviene, da dove passa e a chi arriva.
 E’ proprio un fatto fisico, ma così fisico che si vede dagli effetti; perché se io butto questa cosa per terra (butta per terra un oggetto), significa che prima io ho fatto qualche altra cosa per cui questo oggetto cadesse. Questo si chiama processo causale. Ma se io la tiro in testa a qualcuno, la cosa oltre che causale, è anche finalistica, teleologica, perché voglio ottenere quell’effetto. 
Quindi, prima di fare, bisogna essere molto attenti e in grado di cogliere l’immagine che formalizza quell’azione. Se io colgo l’immagine, siccome c’è reversibilità tra immagine ed energia, posso anche cogliere da dove mi arriva il messaggio.

L’intenzionalità può essere di quattro tipi: quella dell’Io, quella del complesso, quella del sociale e quella del proprio Kernel (in informatica il nucleo base del sistema operativo di Linux) che in psicologia si chiama il Sé profondo, e tanti altri modi. I Rosacroce parlano di Anima Scintilla di Spirito. Voce di Dio, Parola di Dio...

Biologicamente siamo in presenza di computazioni di connessioni neurali del Sistema Nervoso Centrale.

Voi non ve ne accorgete, ma la cosa più bella qui è il campo informatico positivo che pian piano aumenta e si riattiva.
Chiamiamolo campo informatico se a voi non dispiace. E’ più attuale.

L’aggressività fa spostare una forza da un luogo a un altro, da un punto forza a un altro, però non fa crescere, è di difesa della propria individuazione. Il leone quando aggredisce la gazzella si sposta da un luogo all'altro secondo l’intenzionalità di natura, quella del suo DNA biologico.
 Fa benissimo a uccidere perché dopo la mangia, non la lascia lì: quindi lì c’è la crescita, la metabolizzazione, l’erotismo cellulare. 
Ecco come funziona: aggressività, erotismo, aggressività, erotismo... Il comportamento dell’animale è sempre finalizzato a una propria utilità; quando ha finito di mangiare l’animale accresce la propria bellezza e la propria sanità: aggressività, erotismo e piacere.

Per gli animali è facile perché sono fissati nel biologico. 
Invece difficile è per l’uomo il quale ha una libertà, che è data dalla sua intelligenza ed ha la possibilità di modificare l’ambiente a propria immagine e somiglianza (ma a volte fa dei casini pazzeschi). Ecco perché quando uno entra in una casa, va in un luogo, può capire che tipo d’incontri va a fare, a volte non ci riesce.
Adesso che abbiamo ripulito l’ambiente, facciamo qualche passo avanti.

“La maggioranza degli esseri umani quando tocca un  corpo, anche il proprio, lo fa da assente, da ignorante”.
 Quando uno tocca il proprio corpo e non sa, è come se toccasse il corpo di un altro.
Lo specchio di Lacan è una prova che potete fare anche voi: vi mettete nudi davanti ad uno specchio, vi osservate bene, poi chiudete gli occhi e ripassate tutto, con molta attenzione, poi riaprite gli occhi e segnate le parti del corpo che vi sono sfuggite. (Fate questa prova e poi magari postate un commento).

Nel Kernel c’è il progetto base dell’uomo. Come io sono progettato è all’interno di me, non sta scritto da nessuna altra parte. Io che sono questo nucleo informatico di base.

 Non si deve dire “Io ho un Kernel” ma “Io sono un Kernel”, sono un progetto.

 Se le cose non vanno bene, il servitore di questo progetto, il direttore dei lavori di questo progetto, non funziona, ma l’architetto ha fatto le cose bene. E’ l’Io il direttore dei lavori che deve portare a esecuzione questo progetto, esattamente come si fa per una casa. Infatti nei sogni la casa simboleggia l’Io come struttura, la persona come struttura, la metafisica dell’esistenza.
Come vivi la tua sessualità rispetto all’esterno? E come la vivi quando le porte della tua casa sono chiuse e stai nella tua privacy?

Prima di parlare bisogna riflettere molto perché ciò che è detto è irreversibile; non solo, ma quando la parola tocca l’altro, lo condiziona e per forza di cose gli fa compiere delle azioni, anche nel silenzio. Quindi e' bene fare attenzione quando si pongono delle domande o si dànno delle risposte. Bisogna rivolgersi a persone che abbiano competenza per rispondere: non autorità sistemica ma autorevolezza scientifica. Se questa manca e si ottiene la risposta, l’errore non è di chi risponde ma di chi fa la domanda.

 Le domande si possono fare solo a chi è competente sull’argomento di cui si vuole conoscere qualcosa.

 Se si chiede, ad una persona che non ha competenza su quella determinata materia, e si riceve una risposta, in base alla quale si sbaglia e si compie una azione negativa, la colpa non è di chi dà la risposta ma di chi ha fatto la domanda.

Questo spiega il fallimento di molte psicoterapie, quando uno va a scegliere lo psicoterapeuta incompetente che risponde al complesso del cliente. Ma se uno va dal Saggio e gli chiede da chi deve farsi curare, il Saggio, se quello è fuori, non gli dice di curarsi da solo, ma gli dà sempre come psicoterapeuta il peggiore: peggiore per lui e non in senso assoluto.
Guai ancora peggiori se ci si affida a dei counselor.

E più il Maestro è grande, più ti frega. Non ti devi fidare di nessuno, nemmeno di me, solo di te stesso e delle tue forze!”.

L’eterno assente è il Kernel. Ma questo non vuol dire che è assente in eterno, è l’Eterno che si presenzia in quanto assente alla percezione. E’ eternamente assente nel fenomeno ma sempre presente nel prima del fenomeno. Se è noumeno non può essere fenomeno, se è progetto non può essere corpo, o è l’uno o è l’altro.

L’oggetto trascendente è la grazia, la logica del dono dell’uomo, della donna, l’atto che trascende se stesso. Un quadro di Caravaggio è un atto che trascende se stesso, perché attraverso il segno, non il segno per il segno ma è un segno per essere, dà il passaggio nel metafisico. “Live to be”


Ora facciamo un esperimento... Vi farò vedere cosa sono le immagini. Mi servono sette persone per fare questa creatività.
(Una persona si mette al centro, tre persone da un lato e tre dall’altro.)

Tre persone si mettono a sinistra e rappresentano l’inconscio, tre si mettono a destra e rappresentano lo stereotipo del conscio, del razionale. Di solito abbiamo tre stereotipi che impediscono la nostra azione.

Tu (rivolto alla persona al centro) devi pensare esclusivamente alla cosa che per te è la più importante in senso assoluto, come se parlassi da sola: ci sono pensieri che vengono da una parte e altri che vengono da un’altra, che si incontrano e si accavallano. Questo significa che i pensieri vanno a cavallo, cioè s’imbizzarriscono. Allora, tu parla come se stessi da sola, comportati come se loro fossero trasparenti; dopo, lascia che i tuoi pensieri vadano come vogliono e taci.

Allora cominciano a parlare l’inconscio e la ragione:
quelli che stanno a destra sono la parte razionale e gli altri la parte istintiva o dell’inconscio. Loro possono dire tutto quello che vogliono, anche le parolacce, se ne hanno voglia, e gli altri devono essere i censori sistemici che devono riportare tutto nel binario del previsto, dell’organizzato, dovete essere la morale sistemica.
 Sistema e personalità: a sinistra c’è la personalità che lei non sa, dall’altra parte c’è il sistema che impedisce a questa personalità di ‘uscire’. Gli altri presenti, nel silenzio, devono allearsi con ciò che ritengono più giusto, con tutta la loro forza. Ecco che cosa è il campo informatico.
(Si omette la trascrizione di questa attività per rispetto della privacy dei partecipanti.)

Il luogo di lavoro, dove si fa attività, rispecchia esattamente la configurazione organizzativa interiore dell’Io che gestisce la storia.
 Quindi se uno è trasandato, sporco, se non è ordinato, rispecchia un errore nella gestione della propria esistenza. La cura, non tanto del particolare che attiri l’attenzione dal tutto, ma dei particolari di tutte le cellule della propria azienda deve essere olistica, deve stare insieme in tutto. Se questo non accade, è perché c’è un errore esistenziale interno alla persona e non esterno nell'azienda o nel sociale.

Il sociale enfatizza, catalizza, accelera il processo di degenerazione, ma l’errore è sempre, solo ed esclusivamente un fatto personologico, cioè della logica della persona. Il sogno da svegli, i sogni, le visualizzazioni, dànno lo spaccato della persona, è una radiografia in technicolor, ultradimensionale, iperspaziale.

Faccio un esempio. Una persona dice di aver sognato un amico che gli dava dei numeri da giocare al lotto. Questo significa che il suo amico gli dice che l’unica possibilità che gli è rimasta della sua vita è di giocarsela al lotto, perché ormai non c’è più niente da fare.
 Infatti questa persona sta morendo, però se fa buona consulenza, a dispetto di tutte le medicine potrebbe guarire. Come? Facendo quello che gli istinti gli dicono di fare: l’amore con la natura. L’amore con quell'albero, il profumo di quelle foglie, l’odore di quel cielo.

Bisogna imparare la biologia della mente di Dio, prima di entrare nella trascendenza dell’Essere. Se non s’impara questo e si fa solo stereotipo di sesso, in attesa di una trascendenza all’Uno che non arriva mai, il gioco anche nel sociale è totalmente perdente.

In questo gioco che noi facciamo, l’inconscio deve verbalizzare proprio come viene. Bisogna imparare a governare i propri istinti. ‘Governare gli istinti’ significa essere cibernauti della propria azione. Il cibernauta, che va per Internet, deve essere anche globalizzante la propria azione.
L’erotismo bianco non è connesso ad una perfezione esterna ma ad una funzione intima del soggetto. Se nel tuo intimo sei perfetto, fuori va bene. Se voi siete qui, è per il piacere reciproco.

Io qui non offro una ‘Panda’ ma una ‘Rolls Royce’. Quindi chi vuole la Rolls Royce è una persona che ha interesse verso altre cose, è un piacere diverso.
 L’autista è l’Io.
Il Kernel non sta mai alla guida, al più può essere l’amico che sta vicino, l’amico che a volte prende la guida. Il Kernel sta nella sua ‘Limousine’ con i vetri fumé, vuole il piacere per il piacere, vuole essere servito.

 Però si può dare la predominanza del complesso zampa di gallina rappresentato dal complesso dominante e altri due o tre stereotipi, che possono essere l’avarizia, la superbia, l’ambizione sfrenata, il possesso, la prevaricazione; però ce n’è uno portante, che domina la nostra situazione e che ci prefigura (il complesso materno - n.d.r.).

Esiste un certo tipo d’intenzionalità femminile che porta tutti i complessi sul piano sessuale o affettivo: è l’intenzionalità di possesso, in quanto carente di individuazione storica (p.e. la Barbie invecchiata, la mamma ansiosa ed ossessiva).

 Quindi la vera aggressione nell'umano è fatta inconsciamente dalla femmina e in modo esposto dal maschio.
Ma in verità quando c’è la cosiddetta violenza carnale, a volte, è la donna che fa la vera aggressione esasperando il maschio, spingendolo semanticamente a fare di lei la vittima innocente. Alla fine le vittime sono tutti e due.
 E non si sa chi ha maggior pena, se quello che va in galera o lei che ha prostituito se stessa in aggressione al maschio.
 Per cui questa gestione della cosa parte sempre ed esclusivamente da un errore di esistenza, sempre, sempre, sempre....C’è sempre un ‘sì’ del soggetto a farsi aggredire, sia la femmina che il maschio stupido che viola il codice penale.
Ma che ci vai a fare in discoteca e poi torni da sola alle tre di notte?

Può sembrare strano ma se andiamo a leggere i sogni di queste persone vedremo quanto il sesso rimane frustrato nel recondito delle loro anime. Ad esempio una signora mi raccontava di un suo sogno dove sua nonna faceva vedere un film al partner di lei.

Nel film si vedeva la mamma della signora che teneva in braccio una bambina piccola piccola: la sognatrice ovviamente, che si pone in dipendenza affettiva verso il suo partner in una relazione Genitore/Bambino. Ogni amplesso, sotto il profilo psicologico, è la consumazione di una violenza indotta da una vecchia impossibilitata al coito.

 Un incesto psichico tra due apparenti adulti. Pesanti sintomi di pertinenza medica confermano. Anche se si adottano i migliori metodi contraccettivi o si fa meticolosa attenzione ci si potrà ingravidare di intenzionalità aliene che potranno inizialmente comparire come intimi pruriti (p.e. candida albicans) per evolversi in qualcosa di più serio.

Torniamo al discorso di prima. (Si rivolge ad una persona ) Tu, dove ti fai aggredire consapevolmente dicendo ‘sì’ e da dove parte?
 Lei adesso ha un problema molto grosso, sta facendo delle cose buone, e noi qui le stiamo offrendo un servizio. (Poi si rivolge agli altri) Dov’è che lei inconsciamente permette l’aggressione e conseguentemente l’arresto della propria unità di azione? Chi è che ha visto un’immagine?

J: Io ho visto un albero con un uccellino, però non c’entra niente...
Non è vero che non c’entra, hai visto bene.

Albero. Rappresenta l’individuazione, quindi il soggetto. Colui che sogna, tanto per capirci. L’albero è letteralmente  la situazione del soggetto. Oppure di qualcun altro con cui siamo in relazione affettiva, sentimentale, economica, amicale, …”
Uccelli. I sogni vanno letti secondo il criterio biologico. Gli uccelli non sono agricoltori. Consumano i frutti dell’albero, dei raccolti di grano etc. Sull’albero fanno il nido e questo significa una presenza non funzionale, non utile (per l’albero). Applicando il criterio biologico denunciano relazioni parassitarie a scapito del sognatore.
Tanto per capirci: questo simbolo va letto ben oltre il risaputo simbolismo psicanalitico del passero alato in cerca della passera.

Quindi tu hai un parassita che ami. C’è un uccellino che viene a beccare sul tuo albero, un qualcuno che fai scioccamente entrare nella tua casa. Scopri chi è (il suo partner è schizofrenico, violento, possessivo e tossicodipendente, capace di vivere solo d’espedienti). Non lamentarti poi se vieni qua con un occhio nero.

Dom.: L’immagine arriva da sé?
Se tu non fai errori arriva l’immagine che ti dice qual è il tuo vero. Ma non bisogna fare errori. ‘Errore’ significa errare, andare da un’altra parte.

 L’inconscio cerca sempre la strada per arrivare, nonostante la censura operata dalla rimozione... Ricordo una signora che non andava d’accordo con il marito, però per amore dei figli, aveva sublimato tutto nella danza, nella canasta, lunghe passeggiate senza mèta, a lei proprio serviva...
Una volta ha sognato che era in processione ed era tanto contenta perché c’era sempre l’elevazione del ‘Santo’.
L’inconscio, l’istinto erotico, ha cercato l’erezione anche durante la processione onirica perché lei non ce la faceva più dopo anni di forzato digiuno.
Se non sembrassi dissacratore e blasfemo potrei dire che nelle funzioni religiose esiste la sublimazione del sesso in riti espiatori per la remissione di peccati collettivi.
Ma questo non è bene dirlo e quindi mi astengo.

Daniele Bernabei.



                                               

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